HYDROSPEED
APPROFONDIMENTO

Cos’è l’Hydrospeed?
Le origini
1970: tre tecnici di ponti e viadotti (Claude Puch, Pierre Simon e Maurice Tiveron), osservando la forza della corrente di un torrente, ebbero l’idea folle di navigarlo su di una ciambella gonfiabile: è la prima discesa di hydrospeed della storia. Chiameranno quei tre spericolati “i nuotatori dell’impossibile”.
La fama
Mike Horn, un esploratore sudafricano, entra a far parte del team Sector No Limits nei primi anni novanta. Poco dopo compie con l’hydrospeed alcune imprese al limite delle possibilità umane: col bob fluviale compie la prima (ed unica) discesa del Monte Bianco, fino alla frontiera francese. Batte in seguito il record di salto di una cascata, sempre in hydro, nel fiume Pacuare in Costa Rica (22 m). Si cimenta infine nella traversata in solitaria del Sudamerica, dal Pacifico al Rio delle Amazzoni, utilizzando la canoa e l’hydrospeed
L’evoluzione
Da allora ad oggi le cognizioni tecniche ed i materiali si sono evoluti, rendendo l’Hydrospeed una disciplina sportiva del tutto completa ed accessibile al grande pubblico. L’Hydrospeed è diventato così un bob acquatico inaffondabile, sul quale ci si sdraia a pancia in giù e che protegge e sostiene il corpo durante la discesa fluviale.
La conduzione
L’Hydrospeed si direziona agevolmente con le braccia e il busto, mentre le pinne permettono di muoversi con efficacia in fiume. Nonostante sia uno sport individuale è buona pratica effettuare le discese in gruppo, per ovvi motivi di sicurezza. Il corpo, per metà immerso nell’acqua, con la pratica diventa un sensore capace di percepire le sottili variazioni di corrente con cui viene a contatto, permettendo al natante di controllare la propria discesa in maniera efficace e precisa.
Le sensazioni
Nessuna disciplina fluviale permette come per l’hydrospeed un contatto così intimo e completo con l’elemento acqua. Ogni onda, ogni corrente ed ogni zona di acqua bianca attraversati vengono vissuti attraverso il corpo intero, fino a diventare un tutt’uno con il fiume