RAFTING
APPROFONDIMENTO
Tutto quello che c'è da sapere sul rafting
Storia ed evoluzione di uno sport nato dall'esplorazione
Introduzione
Quanti di voi si sono mai chiesti che cos’è il rafting? Chi mai si è messo in testa di scendere un fiume con rapide su di un gommone gonfiabile per la prima volta? Ebbene con questa pagina cercheremo di fare luce sull’argomento!
Gli argomenti di questo articolo
Vi racconteremo di come uno strumento per l’esplorazione sia entrato a far parte delle discipline sportive riconosciute dal CONI e di come mai migliaia di neofiti ogni anno si possono permettere l’ebrezza di solcare fiumi impetuosi in tutta sicurezza!

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Etimologia
Direttamente dalla Treccani, vediamo un pò cosa l’enciclopedia ci dice a proposito
L'imbarcazione
ZATTERA
(fr. radeau; sp. balsa; ted. Floss; ingl. raft). – È comunemente un insieme di travi e tavole collegate robustamente fra loro anche con cavi e catene, capace di galleggiare sulle acque con un certo carico. Sui fiumi si usa spesso costituire a zattera le grosse quantità di legname da trasportare per via acquea mediante rimorchiatori.

ZATTERE DI SALVATAGGIO
Particolare importanza hanno le zattere di salvataggio, che possono essere costituite anche con botti o con altri galleggianti e formate in modo da dare sostentamento ai naufraghi sia nel loro interno sia all’esterno mediante un cavo al quale il naufrago si attacca. Il regolamento per la sicurezza delle navi mercantili e della vita umana in mare ammette la sistemazione di zattere di salvataggio in aggiunta a una capacità minima totale di imbarcazioni, quando le zattere siano giudicate più rapidamente utilizzabili e quindi preferibili alle imbarcazioni in caso di emergenza.
TRASPORTO PASSEGGERI
La nave abilitata al trasporto di passeggeri in viaggi internazionali di lunga navigazione deve essere provveduta di apparecchi galleggianti di salvataggio in numero sufficiente per il 25% delle persone imbarcate, anche quando la capacità complessiva delle imbarcazioni di salvataggio sia sufficiente per prendere a bordo la totalità di esse. Le zattere non devono essere fissate fortemente sulla coperta della nave, ma poggiate in modo da galleggiare liberamente quando la nave affondi.

La disciplina
rafting ‹ràftiṅ› s. ingl. [der. di (to) raft «navigare su una zattera»], usato in ital. al masch. – Attività sportiva consistente nella discesa in gommone (generalm. con equipaggi di quattro o più persone) di fiumi e torrenti.

La storia del rafting
La definizione del termine ci aiuta quindi a restringere il campo. Quando parliamo di rafting parliamo dunque di una zattera che solca un fiume: cosa ci dice la storia a riguardo?
I primi raft
Pelli gonfie d’aria
L’idea di gonfiare qualcosa e scendere un fiume non è certo moderna: già i Babilonesi utilizzavano otri di pelle gonfi d’aria per discendere i corsi d’acqua. Pare che le truppe di Alessandro il Macedone, per attraversare il Gange, avessero cucito insieme pelli di mucca e cavallo per poi impermeabilizzarle con grasso di animale. Al British Museum di Londra è esposto il primo esemplare di tali imbarcazioni, risalente al 880 a.C. Tutt’ora i pakistani utilizzano zattere sostenute da ventri di capra gonfiati per attraversare lo Shigar.
Gli indiani d’America
L’impulso decisivo viene però dagli indiani d’America. Per potersi spostare più rapidamente e pescare nelle zone fluviali più ricche, svilupparono ed affinarono le tecniche di costruzione che sono poi state tramandate ai più moderni esploratori che hanno fatto la storia, come Lewis e Clark.

Leggenda o verità?
Come si è popolata la Polinesia? Thor Heyerdal, ispirato da leggende indigene, nel 1947, a bordo del suo Kon Tiki (zattera di legno di balsa di ispirazione incaica) salpò da Callao trasportato dalla corrente di Humbolt. Il suo viaggio dimostrò come fosse tecnicamente possibile per le popolazioni sudamericane raggiungere e colonizzare l’arcipelago polinesiano.

Il 1800 e le esplorazioni in America
Lewis e Clark e il “Corps of Discovery” (1804-1806)
Il rafting è avventura? Ci potete scommettere sopra. Nella corsa per piantare una bandiera e rivendicare il territorio, l’allora presidente degli giovani Stati Uniti, Thomas Jefferson incoraggiò un’epica spedizione verso l’oceano pacifico. Per farla breve, gli esploratori Meriwether Lewis e William Clark, accompagnati da un manipolo di avventurosi, attraversarono il nord America da est ad ovest navigando prima il fiume Ohio, il Mississipi e infine il Columbia (al ritorno) facendo uso anche di imbarcazioni comprate dai nativi americani.
Vi assicuro, quella fu davvero una gran bella storia. Se volete saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Spedizione_di_Lewis_e_Clark

Cominciamo a sentir parlare di “white water” (1811)
Risale a quella data il tentativo di un certo Hence “Mad River” di discendere lo Snake River. Senza preparazione tecnica ne materiale adeguato, la spedizione fu un fiasco. Il fiume sarà navigato con successo solo nel 1940 da un certo Clyde Smith.
La prima spedizione sul Colorado, la “culla del rafting” (1869)
Sempre in tema di imprese epiche, ora tocca a John Wesley Powell. Veterano della guerra di secessione in cui perse un braccio Powell, a capo di 9 uomini e 4 battelli, guidò la prima missione esplorativa sul fiume Colorado.
Non proprio un’allegra scampagnata
Le avversità abbondarono: un fratello maggiore con scompensi mentali dovuti alla lunga prigionia durante la guerra di secessione, mancanza di viveri, calcoli del povero John fatti male e cartine disegnate peggio. 3 uomini, manco a dirlo, si ammutinarono. Powell, nella speranza di fargli cambiare idea lasciò a riva una delle sue 4 barche. Inutilmente. I 3 infatti pare che nel frattempo fossero stati massacrati dagli indiani della tribù degli Shivwits, che li avevano scambiati per dei minatori responsabili dell’uccisione di una donna della tribù. Altre fonti narrano invece che furono uccisi da dei coloni bianchi. Per concludere in bellezza il nostro valoroso John abbandonò l’impresa poco prima dell’ultima rapida, all’uscita del Gran Canyon.
Finalmente il successo
Riuscì nell’impresa tre anni dopo, nel 1871 e portò a termine il suo obbiettivo: una cartografia dettagliata del territorio.
I riconoscimenti
All’impresa di Powell fu dedicato un francobollo. Nel 1960 ispirò un film, titolo originale “Ten who dared“, per la regia di William Beaudine
Per saperne di più (articolo in inglese): https://www.mygrandcanyonpark.com/park/john-wesley-powell


I primi raft in gomma
Le nuove tecnologie derivano principalmente dallo sforzo bellico nella seconda guerra mondiale.
Alcune eccezioni
Risale però al 1840 il primo tentativo di costruire un raft in gomma da parte di John Fremont e Horace H. Day nel famoso tentativo di navigare lo Snake river.
Sempre della metà ottocento è il progetto di una compagnia nautica inglese di un battello pneumatico testato poi persino tra i ghiacci del Polo Nord.
L’uso bellico
Se nel 1918 per lo sbarco in Libia usarono natanti di tela di invenzione tedesca, nel 1922, la Flossboot di Berlino produsse un modello di zattera pneumatica adibita addirittura al trasporto dei carri armati.
Sulle navi
L’uso civile dell’imbarcazione pneumatica come zattera di salvataggio subentrò solo nella seconda metà degli anni cinquanta, dopo che il naufragio dell’Andrea Doria dimostrò l’inefficacia delle lance.
Se vuoi approfondire l’argomento sul raft come imbarcazione vai alla pagina: https://www.raftingrepublic.com/approfondimenti/imbarcazioni/raft.html


L'evoluzione commerciale
I primi tentativi
Il 1940
Fu solo più di mezzo secolo dopo le famose spedizioni che l’aspetto emozionale e ludico prevalse sull’attività, vero e proprio preludio all’era moderna del rafting. Nel 1940, riciclando gommoni militari non più utilizzati si navigò con successo lo Snake River, nel Wyoming nordoccidentale e, a giugno, si registra la prima discesa commerciale sul Salmon River.
Il business cerca di crescere
Stimolato da quel successo, il visionario J.D. Rockefeller aprì nel 1950 il primo centro rafting, nel suo resort sullo Snake River nel parco nazionale Gran Teton. Il primo anno registrò 500 passaggi e vennero anche in questo caso utilizzati giganteschi gommoni militari, surplus della seconda guerra mondiale da 8′ x 27′ ( due metri e mezzo per otto). Sebbene lentamente, la domanda crebbe costantemente. Fu solo negli anni ’60/’70 che il livello di popolarità crebbe a tal punto da permettere l’apertura di vere e proprie compagnie di rafting come la Becker-Cooke Expedition e la Slickrock Adventures

Georgie White
Va sicuramente menzionata Georgie White, la prima donna a gestire una compagnia di navigazione sul fiume Colorado. Donna di carattere, gestì per 45 anni la sua compagnia, navigando personalmente il fiume, proponendo nei primi tempi un’esperienza da vera e propria spedizione.
Se volete rendervi conto di come Georgina organizzava i sui trip sul Colorado, date un’occhiata a questo corto documentario su di lei! Altri tempi a dir poco… https://www.youtube.com/watch?v=bHICWGEjkTs

Un successo crescente
Made in Usa
L’idea ebbe dunque successo e, attraverso gli anni ‘70, ‘80 e ‘90 fiorirono i centri lungo i fiumi più adatti in America ed il format venne esportato in tutto il mondo.
In Europa
Il rafting commerciale approdò in Europa nel 1982 con la AN Rafting e la Compagnie de Rafting des Arcs, organizzazioni francesi ancora oggi tra le più importanti
In Italia
Nel 1987 viene fondata a Milano l’Associazione Italiana Rafting (A.I.Raft., poi divenuta Federazione), con l’intento di raggruppare gli allora pochi appassionati che avevano da non molto importato nel nostro paese la disciplina. Da allora la formazione delle nuove guide e i regolamenti atti a migliorare la sicurezza in fiume fanno principalmente riferimento a tale organizzazione
Dove si fa rafting in Italia
Se ti interessa, leggi il nostro approfondimento: dove si può praticare il rafting in italia
